GENTLEMEN

“…il vero, sano, autentico rugby è questo qui: modesto, povero, semplice, terra-terra, contadino anche se giocato a Sondrio, ignorante anche se un terzo delle squadre sono universitarie dei Cus, tanto si sa che gli ignoranti stracciano sempre gli istruiti. Il rugby georgico per geografia, metallurgico per cilindrata, esagerato per vocazione. Il rugby delle tribune meno abitate delle panchine. Il rugby dei giri di campo e di quelli che, approfittando della nebbia, decidono di imboscarsi senza neanche aver bisogno di un albero. Il rugby del teghelè, e non del touch. Il rugby delle ginocchia a X, delle orecchie a sventola nonostante i caschi, dei pettorali rilassati a dispetto dei bilancieri, degli addominali pronunciati causa terzo tempo. Il rugby delle cento maglie in campo, ciascuna la sua, come coriandoli. Il rugby delle docce fredde perchè il boiler vive in riserva, del tè caldo all’intervallo, delle canne libere sul pullman, delle soste negli autogrill. Il rugby di chi alla seconda mischia ormai non spinge ma si appoggia. Però, che gente. Però, che facce. Però, che spirito. Però, quanta allegria. E quanta felicità.” dall’articolo su Sportweek “E per noi c’è la meta della domenica” di Marco Pastonesi.