Non credo sia un caso se sulla copertina del libro Nostalgia Mario Spada mi abbia ritratto a naso in su.
Se penso ai giorni passati alla Sanità, probabilmente anch’io mi ricorderei così… con gli occhi in cerca di qualcosa, lì in alto, al di là di ciò che si coglie a un primo sguardo: qualcosa di segreto, di nascosto e di magico, che fin dai primi passi mossi lungo via Vergini ho subito avvertito. Si è trattato di una specie di rapimento, al quale grazie a Mario Martone mi sono gioiosamente arreso.
L’abbandono che ha accompagnato tutta questa esperienza è stato un dono che non dimenticherò. L’incertezza di quello che sarebbe successo ogni giorno, la felicità di imbattermi in cose inattese lungo questo viaggio sono state le compagne di ogni mio risveglio prima di recarmi sul set.
L e parole per descrivere le emozioni sono proprie dei poeti: gli attori se ne appropriano, le sgualciscono fino a convincersi che siano le proprie… c’è un momento in cui Felice Lasco non vuole più andar via dalla Sanità. “Chist’è ‘o paese mio” dice con forza a chi vorrebbe convincerlo a scappare.
Vi chiedo il permesso, ancora per un pò: lasciatemi credere che quelle parole siano mie.
Pierfrancesco Favino