Si stima che l’Unione Europea conti tra i 50 e i 70 milioni di poveri. Le statistiche si accompagnano ad una diversificazione delle povertà: non si tratta solo di miseria, ma più profondamente della distruzione progressiva dei legami esistenti fra individui e il resto della società. Le grandi periferie, oggetto di molte critiche quando furono costruite, sono oggi luoghi d’ incontro per le popolazioni precarizzate, depauperate, fragilizzate, più o meno abbandonate, guardate con sospetto soprattutto per lo sviluppo di attività redditizie talvolta legate a organizzazioni delittuose: traffico di stupefacenti, di automobili, rapine organizzate. Nelle periferie dove si concentrano disoccupazione e miseria si vive in un clima d’ incertezza e di disperazione, che talvolta si trasforma in rivolta o in comportamenti “devianti” solo per affermare che si esiste. Lo stato determina il mercato immobiliare e, allo stesso tempo, contribuisce a determinare la distribuzione delle diverse categorie nello spazio. Una discriminazione sociale che non lascia niente al caso. In queste immagini il “caso” Parigi, un viaggio fotografico di Mario Spada dentro alcune banlieux.